La realtà è un’illusione… ma è bellissima!

Ricordo ancora molti anni fa, quando studiavo all’Università, un professore anziano e straordinariamente acuto, uno di quelli che conservano per tutta la vita la scintilla della meraviglia nello sguardo, mi disse:

“Vedi, il potere del “Ma” è infinito: puoi dire qualunque cosa, ma poi aggiungendo un semplice “ma” tutto si ribalta.”

Uscii da quel colloquio con una consapevolezza nuova.

Ripensai a tutte le volte che avevo usato il “ma” nella mia vita. 

In una relazione, in un’amicizia, in un semplice scambio di opinioni.

Non avevo mai riflettuto prima sul potere di questa piccolissima parola.

Oggi, mentre ero in procinto di scrivere questo articolo, mi è tornato alla mente quel ricordo.

Perché nel titolo c’è proprio questa parola così potente.

Partiamo dalla prima parte del titolo: 

"La realtà è un'illusione..."

La natura illusoria della realtà è nota da millenni. 

Prima che la scienza dimostrasse che la materia non è solida come sembra, gli antichi rishi, maestri indiani vissuti oltre 3000 anni fa, avevano già intuito la stessa verità.

Per loro, il mondo che percepiamo con i sensi è Māyā: una proiezione della coscienza.

Questo non significa che ciò che vediamo non esista, ma solo che ciò che vediamo non è tutto ciò che esiste.

Questa distinzione è fondamentale.

La mente umana tende a confondere la percezione con la realtà, il riflesso con la sorgente. 

Crediamo che ciò che tocchiamo, vediamo e misuriamo sia “vero”, dimenticando che tutto ciò che possiamo osservare è filtrato dai nostri sensi, dai nostri pensieri e, soprattutto, dalle nostre convinzioni.

Quando Einstein affermò che “la realtà è soltanto un’illusione, sebbene molto persistente”, stava confermando con il linguaggio della fisica ciò che i mistici sapevano da sempre: 

l’universo non è una collezione di oggetti "solidi" ma un campo di energia e informazione che prende forma in base a chi lo osserva.

E qui arriva la parte più affascinante:

se la realtà è davvero un’illusione, allora significa che è modellabile.

Che non siamo spettatori, ma co-creatori.

Ogni pensiero, emozione e immagine mentale è come un pennello invisibile con cui disegniamo le sfumature della nostra esperienza.

E allora torniamo a quella parola: MA.

Quella di cui molti anni fa l'anziano professore mi aveva insegnato il potere straordinario.

“La realtà è un’illusione, MA è bellissima.”

Quel “ma” non nega l’illusione, la trasforma. 

Perché, anche se tutto è vibrazione e nulla è realmente “solido”, dentro questa danza di luce e coscienza possiamo scorgere un ordine sublime, una bellezza che non dipende dalla sua durata, ma dal suo significato.

È come osservare un arcobaleno: sai che non è qualcosa di tangibile, eppure la sua apparizione ti riempie lo stesso di meraviglia.

Non è così?

Ecco, la vita funziona allo stesso modo: è un gioco di riflessi, una sinfonia temporanea che vale la pena di essere vissuta proprio perché è transitoria.

Quando comprendi che la realtà non è qualcosa di fisso, ma una vibrazione che risponde al tuo stato interiore, allora smetti di combatterla e inizi a danzarci dentro.

Ti accorgi che l’illusione è il modo in cui l’Universo ti permette di fare esperienza di te stesso.

Non a caso Māyā, che in Occidente viene spesso fraintesa come qualcosa di ingannevole o illusorio in senso negativo, nella filosofia indiana ha un significato molto più profondo e poetico.

Per gli antichi rishi, Māyā non era un errore della percezione, ma la manifestazione stessa di Brahman, l’Assoluto.

Se Brahman è la coscienza infinita, immutabile e senza forma; Māyā è la sua potenza creativa, il principio che gli permette di diventare forma, colore, suono, esperienza.

Ecco perché, ogni volta che ascolti qualcuno affermare che la realtà è un’illusione e che tutto è quindi senza senso, scopo o valore, ricorda che è vero esattamente il contrario. 

La realtà è un’illusione, sì.

Ma è l’illusione più sublime che ci sia — quella che ci insegna, ogni giorno, chi siamo davvero.

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